Biografia di Barry Sears e la dieta a zona

Biografia di Barry Sears

Molte persone hanno sentito parlare della dieta a zona, ma sono in pochi a conoscere la vita del ricercatore che ha scoperto i suoi principi di base.
Barry Sears è un biochimico e ricercatore, nato nel 1947 a Long Beach in California. Figlio di Dale (un commerciale che lavorava nel settore edilizio) e di Betty Sears. Si è sposato con Lynn Magnuson nel 1969.
Ha fatto il dottorato di ricerca post-laurea in biochimica presso l'Università della Virginia e si trasferì poi alla Boston University School of Medicine, presso una struttura che effettuava ricerche sui lipidi. Ricercatore al Massachusetts Institute of Technology, ha costituito la propria azienda, Lipid Specialties, nel 1976. È stato coinvolto in varie iniziative imprenditoriali relative alla dieta e al campo della nutrizione ed ha pubblicato il primo libro sulla dieta Zona nel 1995.
Il Dr. Barry Sears è riconosciuto a livello mondiale come l'ideatore della dieta a zona, una delle diete più popolari dalla fine degli anni '90. Come un'altra dieta alla moda, ila dieta di Atkins, i sostenitori della dieta a zona dieta limitano la loro assunzione di carboidrati. Il primo libro di Sears sulla dieta a zona è uscito nel 1995. L'approccio della Zona è stato subito sostenuto da atleti e celebrità, ed ha guadagnato ampi consensi generali. Sears ha pubblicato altri nove libri in anni successivi, concentrandosi su diversi aspetti della dieta a zona, delle scienze alimentari e degli integratori vitaminici.

La vita di Barry Sears

Sears è cresciuto a Long Beach, in California. Il padre di Sears, Dale, era stato un giocatore di basket dell'All-American alla University of Southern California ed è stato scelto per la squadra olimpica di basket nel 1940 olimpica. Barry Sears ha giocato a basket ed era uno studioso eccezionale. Dopo il diploma alla High School di Palisades, all'età di 17 anni, è andato all'Occidental College, laurearsi in chimica. Ha giocato sia a basket che a pallavolo al college e anche successivamente, quando ha conseguito il dottorato di ricerca in biochimica presso l'Indiana University nel 1969. Il lavoro scientifico di Sears è inizialmente centrato sulla struttura molecolare delle sostanze correlate al colesterolo. Il rapporto tra colesterolo e malattie cardiache era stato appena compreso nei primi anni 1970. Sears era molto interessato a capire le malattie legate al cuore, quando suo padre morì di un attacco cardiaco all'età di 53 anni. Entro alcuni anni, tre suoi zii morirono di attacchi di cuore. Questi eventi diedero a Sears la sensazione sinistra che anche lui risultasse condannato a una morte precoce, se non fosse riuscito a trovare un modo per combattere le malattie cardiache. 
Sears ha iniziato a lavorare su diversi approcci alle malattie del cuore, come ricercatore alla Scuola di Medicina dell'Università di Boston, e poi presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT). Spostò la sua attenzione su di uno studio pubblicato da due ricercatori dell'ospedale di San Francisco, dove l'arteriosclerosi, o indurimento delle arterie, era stata curata nei conigli mediante l'iniezione di grassi naturali chiamati fosfolipidi. Partendo da questo studio, ha fondato la sua compagnia nel 1976, la Lipid Specialties, Inc. 
Lo scopo della Lipid Specialties era di studiare come un fosfolipide potrebbe essere creato artificialmente in laboratorio. Una sostanza presente in natura non era brevettabile e quindi non era di interesse per le aziende farmaceutiche. 
Ma l'interesse Sears si accese di nuovo con il conferimento del Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1982 andato a tre ricercatori, che avevano scoperto il funzionamento di una classe di ormoni noti come eicosanoidi. Gli eicosanoidi controllano una varietà di sistemi all'interno del corpo, compreso il sistema cardiovascolare, il sistema immunitario e il sistema del corpo per regolare il deposito di grasso. Gli acidi grassi che Sears aveva studiato per anni nel suo lavoro di lipidi sono risultati poi anche i mattoni di base degli eicosanoidi. A questo punto Sears ha fatto un salto dalla ricerca biochimica alla scienza nutrizionale. Egli dedusse che molte malattie possano essere ricondotte a uno squilibrio di eicosanoidi. Il modo migliore per regolare eicosanoidi, ha teorizzato, era attraverso il cibo. Nei primi anni 1980 Sears ha elaborato una teoria del controllo nutrizionale degli eicosanoidi, che si è evoluta nella dieta Zona.
Il significato di "Zona" era molto ampio e fu preso in prestito da diverse discipline. Gli atleti descrivono "la zona" come uno stato acuto di euforia fisica, quando tutto sta andando bene. Sears ha pensato questo stato atletico potesse derivare da un perfetto equilibrio degli eicosanoidi. Ottenere gli eicosanoidi nelle proporzioni ottimali potrebbe portare a un lungo periodo in "Zona" nonché ad uno stato di buona salute. C'era anche una zona terapeutica, presa in prestito dalla terapia farmacologica. Un farmaco può essere tossico in una dose troppo alta, ma inefficace in una dose troppo bassa. La quantità perfetta, che cade fra questi limiti quantificabili, è la zona terapeutica
La dieta a zona è stata un tentativo di ottenere il corpo in una zona di brucia-grassi, arteria di sgombero buona salute manipolando gli eicosanoidi con il cibo. Sears ha sostenuto il pensiero del cibo ormonale, non calorico. In altre parole, non è sufficiente limitare le calorie per promuovere la perdita di peso e la buona salute. Ha quindi proposto con la dieta a zona era di regolare come gli ormoni sono stati rilasciati nel corpo, in particolare limitando i carboidrati. L'effetto ormonale dei carboidrati, che sono alimenti ricchi di amido, come pane e pasta, è quello di indurre il corpo a rilasciare insulina. 

Le iniziative imprenditoriali di Barry Sears
Sears è stato coinvolto in varie iniziative per promuovere la sua nuova dieta. In collaborazione con il fratello, Doug, ha cominciato a coltivare campi di borragine in Canada. Ha anche iniziato a produrre snack nutrizionali in zona. Nel frattempo, ha lavorato con atleti, tra cui la squadra di nuoto della Stanford University, diventando coaching nutrizionale. Una colazione in zona per un nuotatore includeva uova e pancetta, una piccola porzione di frutta, e solo una piccola porzione di pane. La cena potrebbe includere una bistecca, del salmone o un petto di pollo, una buona porzione di verdure, ma senza pane, pasta o patate. La squadra di nuoto di Stanford è riuscita a vincere otto su 12 campionati nazionali anche grazie all'alimentazione in zona di Sears. La dieta ha guadagnato così popolarità nei primi anni '90, diffondendosi tra gli atleti e diventando una nuova tendenza alla moda a Hollywood.
Quando Barry Sears pubblicò il suo primo libro sulla dieta a zona (co-autore con Bill Lawren) nel 1995, è diventato un best-seller istantaneo. E rimasto per 12 settimane nella  classifica dei New York Times bestseller ed è stato ristampato 32 volte nel suo primo anno. Ha venduto più di 400.000 copie alla sua prima uscita. Sears ha proseguito con un secondo libro nel 1997 e successivamente con un libro di cucina. Tra le celebrità che affermavano di seguire la dieta a zona sono stati inclusi Madonna, Janet Jackson, e Dolly Parton, la star del cinema Arnold Schwarzenegger e il regista Oliver Stone. 

La dieta a zona di Barry Sears

La dieta Zona è facile da seguire. Anche se i libri hanno dato spiegazioni elaborate sugli eicosanoidi e sull'azione ormonale, Sears ha inolte esortato la gente a calcolare ad occhio adeguate quantità di proteine, carboidrati e grassi. La zona si riduceva alla linea generale del 40-30-30, ovvero ad una dieta contenente 40 % di carboidrati, 30 % di grassi e 30 % di proteine. 

Dimagrire con gusto con la dieta a zona

Dimagrire con gusto è semplice se sai come fare. La dieta a zona è tanto efficace perché non richiede di seguire un cambiamento drastico nella quantità del cibo ingerito, ma piuttosto nella sua qualità. Difatti, a contare per la zona non è solo il numero delle calorie ingerite. Questo è il motivo per cui è possibile dimagrire con gusto e vedere risultati in perdita di cm e di peso, continuando a mangiare in abbondanza.
Il consiglio per dimagrire con gusto è semplice. Bisogna associare i cibi in blocchi, seguendo il principio del 40 - 30 - 30:

- 40% di carboidrati;
- 30% di proteine;
-30% di grassi.

Un altro punto fondamentale per dimagrire con gusto consiste nello scegliere cibi con un indice glicemico basso. In questo modo, ci si potrà permettere cibi di qualità molto ricchi di nutrienti essenziali per l'organismo e soprattutto in grado di saziare tanto lo stomaco quanto di soddisfare il palato.
Scegliere la zona è il modo migliore per garantirsi un dimagrimento sano e mantenersi in forma sia dal punto di vista fisico che psicologico. Potete trovare tantissime ricette per riuscirci tra i suggerimenti offerti da questo blog!

Indice glicemico e dieta a zona

Che cos'è l'indice glicemico (IG) nella dieta a zona e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine in un articolo di approfondimento. Per indice glicemico s'intende generalmente la velocità con cui un alimento fa aumentare la glicemia (o concentrazione di glucosio) nel sangue.
Calcolare l'indice glicemico di un alimento è fondamentale per la dieta a zona, perché permette di verificare se stiamo seguendo correttamente questo stile alimentare.
In generale, possiamo dire che i cibi favorevoli (come frutta e verdura) possiedono un indice glicemico più basso, mentre i cibi considerati dalla zona come sfavorevoli presentano un indice glicemico più elevato.
In genere le diete di tipo tradizionale controllano gli alimenti che si assumono ad ogni pasto seguendo semplicemente il concetto di calorie. In questo modo è certamente possibile ottenere un dimagrimento, ma non è detto che questo avvenga in modo sano (si potrebbe ad esempio ridurre il peso diminuendo la massa magra oltre che quella grassa).
Al contrario, dimagrire intervenendo sull'indice glicemico permette all'individuo di mantenersi in perfetta salute, nonché di evitare molte delle controindicazioni presenti nelle diete di tipo tradizionale.
Il consiglio è presto detto: quando state per scegliere i cibi che faranno parte del vostro menù settimanale, procedete sulla base della loro naturalezza e della loro capacità glicemica. 
Un altro consiglio importante riguarda la quantità delle calorie ingerite, oltre che la qualità dei cibi scelti. Se eccedete con le calorie, l'indice glicemico si impennerà nonostante la fruizione di cibi favorevoli. Il trucco consiste nel regolare i macronutrienti in modo che risultino equilibrati dal punto di vista della formula in zona (40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi), e nella giusta misura. 

Prima settimana di dieta a zona

Molte persone che hanno intenzione di iniziare la dieta a zona si chiedono quali risultati è possibile attendersi durante la prima settimana in zona. Altri desiderano conoscere le migliori strategie per cambiare alimentazione ed iniziare con la dieta a zona. Vediamo insieme alcuni consigli pratici.
Per prima cosa, la zona non è una dieta in senso tradizionale. Funziona sul principio del 40 - 30 - 30 (carboidrati, proteine e grassi), pertanto non si tratta d'iniziare la prima settimana in zona riducendo semplicemente l'apporto calorico giornaliero ma piuttosto di cambiare atteggiamento verso il cibo. È necessario infatti comprendere che per alimentarsi in modo più sano non è importante solo la quantità ma anche la qualità del cibo, oltre al modo in cui questo viene combinato.
Diventa quindi essenziale un vero e proprio cambio di mindset o di mentalità.
In secondo luogo, non dovreste fissarvi troppo con il peso. Meglio ancora se per la prima settimana evitate di guardare la bilancia, perché i cambiamenti più forti saranno evidenti solo successivamente. Se non potete fare a meno di controllare ogni giorno la vostra linea, prendete un centimetro e controllate le misure delle vostre linee. Al termine dei primi sette giorni in zona vi accorgete di una netta differenza nella vostra circonferenza; questo perché la zona aiuta a calare la massa grassa in esubero, mantenendo in essere la massa magra (ad esempio i muscoli). Pertanto potrebbe essere che non si verifichino immediatamente grossi cambiamenti di peso, ma piuttosto vi sentirete più snelli, più sgonfi... in poche parole, più sani.
Infine, a meno che non siate già abituati a fare molta attività fisica, evitate di sovraccaricare il vostro corpo con sforzi eccessivi. Mezz'ora di una buona attività aerobica, possibilmente all'aria aperta, sarà più che sufficiente per iniziare bene con la zona. Una passeggiata ad andatura sostenuta nel parco è ottimale, nonché migliore di due ore estenuanti in una palestra.
Se avete dubbi, il mio consiglio è di provare. Una settimana in zona non è certo un grosso impegno, ma sono pronto a scommettere che non appena proverete la dieta a zona non la vorrete più smettere. E ricordate che ogni lungo percorso inizia con un semplice passo! 

Fame e dieta a zona: scopriamo i meccanismi

Avere fame è indice di salute, ma quando la fame è troppa vuol dire che qualcosa non sta funzionando a dovere. Questo è particolarmente vero quando si sta seguendo un regime di dieta a zona, poiché il principio di equilibrio di carboidrati, proteine e grassi secondo la formula del 40 - 30 - 30 serve a riequilibrare l'indice glicemico e ad eliminare la tipica sensazione di fame nervosa.
Gli attacchi di fame si verificano solitamente prima dei pasti principali. Ad esempio, sono molto frequenti nella tarda mattina (prima del pranzo) e nel tardo pomeriggio (prima della cena).
Chi si attiene ai principi della dieta a zona e nonostante questo sperimenta degli attacchi di fame deve prima di tutto ricontrollare la propria routine quotidiana; difatti, una delle regole più importanti consiste nell'evitare di restare a digiuno per più di 4 ore.
Per riuscire a mantenere intatto questo principio, è necessario aggiungere a metà mattina e a metà pomeriggio degli spuntini in zona. In questo modo, gli attacchi di fame scompariranno completamente.
Se si segue con attenzione la prassi della dieta a zona, gli attacchi di fame scompaiono naturalmente.
Diversamente, è opportuno fare degli esami medici e verificare eventuali mancanze in sostanze di sostegno essenziali per il nostro funzionamento, come ad esempio il magnesio (in molti casi responsabile della cosiddetta fame nervosa).

Dieta a zona e gelato: è un alimento permesso

La dieta a zona non proibisce a priori il gelato, ma ovviamente questo alimento non rientra tra quelli più favorevoli e necessita di essere integrato adeguatamente. Quando arriva l'estate, la tentazione di sostituire uno spuntino o un pasto in zona con un gelato fresco è molto forte.
Ovviamente, molto dipenderà dai gusti che si sceglie di mangiare. Quelli più equilibrati devono prevedere un rapporto sensato di carboidrati, proteine e grassi. Ad esempio, il gusto alla crema può essere un buon compromesso quando si sta seguendo la dieta a zona e si desidera comunque consumare un gelato in compagnia.
È da considerare anche che il gelato contiene inevitabilmente zucchero (a meno di non trovare una gelateria che confezioni del gelato dietetico, ma sarà molto difficile), pertanto il carico insulinico risulterà sfavorevole per i vostri obiettivi di lungo termine.
Diverso è il caso nel quale il gelato non sia acquistato in una gelateria tradizionale ma venga prodotto in casa. Difatti, l'autoproduzione consente di costruire una ricetta molto più vicina ai principi della dieta a zona. Il difetto è che per realizzarlo dovrete avere una macchina del gelato casalinga a disposizione, ed ovviamente non tutti ne possiedono una.
In alternativa, potete realizzare un surrogato del gelato in zona sfruttando un vasetto di yogurt messo in congelatore in piccoli vasetti, con l'aggiunta degli ingredienti necessari per garantire il principio 40-30-30.
In ogni caso, un bel gelato è sicuramente meglio di molti altri dolci ed è più facile da equilibrare nella propria dieta quotidiana.

Dieta a zona e stitichezza

Oggi parliamo di un problema molto specifico che alcuni soggetti (in numero molto limitato) sperimentano quando iniziano a seguire la dieta a zona. Per la verità, si tratta di un problema molto comune a diversi tipi di regimi alimentari, che spesso deriva da una mal posta impostazione di base. Stiamo parlando della stitichezza legata ad alcuni specifici errori nella creazione della propria dieta a zona.
Se anche voi vi ritrovate in questa situazione, niente panico! Vi sono alcuni semplici suggerimenti che potete seguire per migliorare immediatamente la situazione.
Per prima cosa, verificate il quantitativo di acqua che bevete giornalmente. Una delle raccomandazioni fondamentali per qualsiasi regime alimentare consiste nel bere almeno 2 litri d'acqua (se volete regolarvi a vista considerate circa 8 bicchieri) ogni giorno.
Un altro passo fondamentale per combattere la stitichezza consiste nell'assicurarsi la corretta dose giornaliera di Omega 3. Molti pensano di riuscire ad assumerla aumentando il quantitativo di pesce e sostituendolo in molti casi alla carne, ma è essenziale prendere degli integratori. Se già lo state facendo, verificate di assumere una dose giornaliera sufficiente.
Infine ricordate che la frutta fresca non è solo un alimento favorevole, ma anche un grande facilitatore del transito intestinale. Anche alcuni tipi di verdura cotta facilitano questo compito (potete considerare ad esempio gli spinaci).
Se state già seguendo tutti i suggerimenti contenuti in questa pagina, allora dovreste verificare con attenzione il tipo di carboidrati con cui vi nutrite. Infatti, nella maggior parte dei casi la stitichezza è dovuta all'assunzione di carboidrati sfavorevoli.

Dieta a zona dimagrante: come perdere peso

Molte persone scoprono la dieta a zona quando decidono di ricercare informazioni per perdere peso, anche se questa può essere utilizzata allo stesso tempo per mantenersi in forma se si è già in uno stato di salute ottimale o per ingrassare quando si risulta sottopeso. Naturalmente il sovrappeso e l'obesità sono uno dei problemi più diffusi e sentiti dalla popolazione a livello generale e per questo la maggior parte delle persone che arriva a questo regime alimentare vorrebbe perdere peso. D'altra parte, i risultati sono talmente evidenti da agire da far agire le persone che hanno usato la zona dimagrante come veri e propri testimonial: sentirsi bene e avere un fisico tonico e prestante è uno dei risultati finali di chi adotta la zona per almeno 6 settimane.
La zona permette un dimagrimento sano perché non prevede un semplicistico calcolo della spesa calorica giornaliera (riducendo le razioni di alimenti sfavorevoli ma anche di quelli favorevoli). Piuttosto, agisce sul piano ormonale, regolando gli eicosanoidi in modo da favorire quelli utili e da sfavorire la diffusione di quelli dannosi per la salute dell'organismo.
Questo obiettivo è raggiunto equilibrando non solo la quantità di cibo ingerita, ma anche la qualità, sulla base di una formula specifica: ogni pasto deve contenere il 40% di carboidrati, il 30% di proteine e il 30% di grassi. In sintesi, è il famoso motto del 40 - 30 - 30 che ogni dieta dimagrante in zona vi consiglia di adottare.
Adottando questa formula è possibile regolare in modo corretto il livello di insulina presente nel sangue. I risultati non tarderanno ad arrivare! Già dopo pochi giorni è possibile sperimentare un miglioramento del proprio stato di salute e del proprio umore, un aumento di energia, un sonno maggiormente riposante e la mancanza dei tipici attacchi di fame che rendono così faticosa una dieta basata sulla diminuzione delle calorie ingerite.
Per questo motivo, dimagrire in zona non è solo un modo per tornare alla forma fisica (anche dopo molti anni di inattività ed errori alimentari), ma anche e soprattutto un modo per ritrovare il benessere psico-fisico.

Dieta a zona e dolci

Pianificare una corretta alimentazione non significa eliminare i dolci, ma piuttosto selezionarli ed affiancarli ad altri nutrienti essenziali, affinché consentano di mantenere un'alimentazione equilibrata. Per questo motivo, è possibile mangiare dolci senza problemi quando si segue questo regime alimentare, purché si seguano delle ricette di dolci in zona.
Se vi piace cucinare potete creare facilmente torte, biscotti e muffin impiegando la giusta quantità di carboidrati, proteine e grassi (la famosa formula del 40 - 30 - 30 della dieta a zona).
Ad esempio, è possibile creare un ottimo Pan di Spagna in zona combinando le giuste dosi di farina di kamut, albumi d'uovo e vaniglia. Oppure, con ingredienti similari, si possono preparare tortini alle mele o alla frutta.
Se desiderate mantenervi in zona senza rinunciare agli spuntini dolci ma non avete il tempo materiale per prepararli in casa, potete approfittare dei numerosi prodotti preconfezionati disponibili sul mercato. È possibile acquistare snack dolci in zona come barrette al sapore di cacao, vaniglia o frutti di bosco, budini, biscotti, o i dolcetti croccanti dell'Enerzona (minirock).

Dieta a zona e colazione: alcuni esempi

Quando si parla di dieta a zona bisogna sempre ricordare che si tratta di un regime alimentare piuttosto che di una dieta vera e propria. In questo senso, l'esigenza di equilibrare sempre carboidrati, proteine e grassi secondo lo schema del 40 - 30 - 30 può provocare qualche difficoltà nella preparazione della colazione; non tanto per quanto riguarda la scelta dei carboidrati, ma piuttosto per il fatto che qui in Italia non siamo abituati a mangiare proteine di primo mattino, pertanto la colazione in zona può sembrare un po' ostica.
In effetti, le abitudini alimentari anglosassoni prevedono uova, salumi e formaggi già al primo pasto della giornata, alimenti che nella dieta mediterranea vengono destinati al pranzo o alla cena.
Se a questo punto pensate di abbandonare l'idea di fare una colazione in zona, tornate tranquillamente sui vostri passi. In realtà, vi sono alcuni alimenti che aiutano nello scopo e che possono essere facilmente integrati nelle nostre abitudini.
Il primo elemento è il latte, che nella dieta a zona viene considerato come un alimento completo. Un altro elemento abbastanza equilibrato è lo yogurt, che può essere facilmente integrato affinché risulti in linea con i principi della zona.
Se siete appena più coraggiosi, potete crearvi facilmente dei toast leggeri (ad esempio con due fette di pan carré e due sottilette, uniti a qualche oliva per la necessaria integrazione di grassi). Si tratta di un'ottimo esempio di colazione in zona che vi permette di partire la giornata con il piede giusto, offrendo le energie necessarie. Inoltre, il pane può essere considerato un alimento poco favorevole ma al mattino ha maggiori possibilità di essere bruciato nei processi metabolici diurni.
Infine, potete riservare qualche mattina ad una colazione con salumi, formaggi leggeri e frutta. Superato il pregiudizio della colazione salata vi renderete conto che è molto utile per mantenervi in zona ed anche per arrivare al primo spuntino della giornata senza attacchi di fame.

Dieta a zona: blocchi e blocchetti di esempio

Cerchi un esempio di blocchi e blocchetti nella dieta a zona? Scopriamo insieme come funzionano! Abbiamo già parlato di come la dieta a zona preveda un regime alimentare concentrato sull'equilibrio di carboidrati, proteine e grassi secondo il principio del 40 - 30 - 30. Attraverso l'utilizzo di questa formula durante la preparazione dei pasti possiamo assicurarci di restare "in zona", quindi in un buono stato di salute.
Il problema principale di chi decide di adottare la zona consiste nello scegliere la giusta quantità di elementi per mantenere l'equilibrio giornaliero. Il sistema dei blocchi e blocchetti è stato pensato proprio per questo.
Osservate la seguente figura:


A sinistra è riportato il pasto in zona tipico di un uomo. A destra quello di una donna. Le colonne verticali di colore verde, giallo ed arancione rappresentano rispettivamente i blocchi di carboidrati, i blocchi di proteine e i blocchi di grassi da ingerire durante il pranzo.
A livello orizzontale troviamo i mini blocchi, ovvero la quantità percentuale di ogni portata (ad esempio l'antipasto, il primo piatto, il secondo, ect).
Quindi, il primo blocco orizzontale potrebbe rappresentare un antipasto composto da 1 miniblocco di verdura, un miniblocco di formaggio e un miniblocco di olio d'oliva.
Seguendo questo esempio potete facilmente ricreare questa tabella per ogni pasto della settimana, in modo da organizzare preventivamente il vostro esempio di menù in zona, per essere sicuri che questo risulti sempre coerente con le regole della dieta a zona.

Dieta a zona: benefici e pregi

Con la dieta a zona la bilancia
non è più un problema
I benefici della dieta a zona sono numerosi e variegati. Vediamo in questo post di elencare e chiarire i principali, in modo da fornire delle argomentazioni utili a chi desidera riportare il proprio corpo ad uno stato di salute e benessere.
L'obiettivo della zona consiste nel mantenere la persona nel massimo stato di salute e benessere possibile. Questo è raggiunto per mezzo di un'alimentazione equilibrata, secondo la formula del 40 - 30 - 30 (40% carboidrati, 30% proteine e 30% di grassi). Questo presupposto ribalta i tradizionali concetti del conteggio calorico a cui fanno riferimento le principali diete di dimagrimento.
I benefici e pregi della dieta a zona si concretizzano in tre punti:
  • assenza della sensazione di fame che normalmente assale chi riduce l'importo calorico giornaliero;
  • mantenimento di un elevato livello di energia durante tutto l'arco della giornata (i pregi della dieta a zona sono ben conosciuti da moltissimi sportivi che praticano attività agonistica);
  • dimagrimento e riduzione della massa grassa e contestuale mantenimento della massa magra e di quella muscolare.
Riassumendo, rispetto ad una dieta tradizionale è possibile perdere peso e centimetri di grasso pur mantenendosi in uno stato di salute psicofisica eccellente, fatto confermato dalla grande energia che testimonia di possedere chiunque metta in pratica la dieta a zona.
Questo perché nelle diete classiche il principio di dimagrimento passa per l'idea che ingerendo meno calorie rispetto a quelle consumate possa calare il peso corporeo. Ma in questo modo non si è in grado di distinguere tra eliminazione del surplus dalle risorse che servono all'organismo per il suo funzionamento.
Il vantaggio della dieta a zona consiste nell'agire a livello metabolico, ripristinando il normale equilibrio ormonale del fisico, oltre a quello più estetico relativo alla ricerca del peso forma.

Dieta a zona e addome: i grassi addominali

Dieta a zona e addome? Scopriamo insieme perché la circonferenza addominale è così importante e quali nozioni risultano fondamentali da conoscere per adottare uno stile di vita salubre e naturale. Il grasso viscerale in eccesso costituisce un grave problema non tanto (o solo) da un punto di vista estetico, ma anche e sopratutto per i numerosi rischi connessi a livello di salute.
Infatti, il tessuto adiposo in eccesso tende ad accumularsi in zone specifiche del nostro corpo, tra cui appunto quella dell'addome. Assieme all'esercizio fisico, la dieta a zona con la sua organizzazione dei pasti secondo il principio 40-30-30 è uno dei migliori rimedi per eliminare gli eccessi adiposi nella zona addominale.
Questo perché rispetto ad altre metodologie di dimagrimento la zona è strutturata per mantenere costante la massa magra e quella muscolare, mentre agisce direttamente e in modo molto mirato sulla parte grassa in eccesso. Difatti, quando si comincia a praticare la zona, i primi risultati non si concentrano tanto a livello di peso, quanto sull'eliminazione e sullo sgonfiamento degli accumuli di grasso del corpo (da qui il consiglio di lasciar perdere la bilancia e di non verificare il peso nei primi giorni in cui si adotta la zona). 
L'effetto benefico della dieta a zona sul vostro metabolismo vi aiuterà a bruciare velocemente il grasso in eccesso; la formula dei sei pasti al giorno (tre pasti principali e tre spuntini integrativi) vi permette di mantenere sempre un buon livello di energie e di non provare mai quel senso fastidioso di fame che spesso causa l'interruzione del processo di snellimento.
Avere un addome più snello significa portarsi dietro meno "zavorra" nelle tante incombenze quotidiane, quindi sentirsi meglio non tanto per il punto di vista estetico quanto per la leggerezza e la carica di rinnovata energia che si sperimenta a livello personale.
La dieta a zona raccomanda inoltre un'attività aerobica non intensiva, che può risultare fondamentale nonché molto utile per intervenire su situazioni di eccesso a livello addominale. La sedentarietà infatti costituisce non solo un importante fattore di rischio per lo sviluppo di molte patologie cardiovascolari, ma anche uno dei motivi per cui si tende ad accumulare grasso nella zona della pancia.
Il consiglio per coloro che desiderano eliminare il grasso della pancia è quindi di unire l'alimentazione a zona con una moderata attività fisica, ad esempio 30 minuti al giorno di camminata veloce all'aria aperta (una buona abitudine che può influire non solo sul fisico ma anche sul vostro umore).


Dieta a zona vegetariana: idee e strategie per riuscirci

La dieta a zona vegetariana esiste? Può essere messa in pratica facilmente? Come sostituire le proteine animali con quelle vegetali? Vediamo insieme di chiarire i principali dubbi sulla questione.
Come abbiamo detto molte volte la dieta a zona ha poco da spartire con il concetto tradizionale di dieta; piuttosto dovrebbe essere intesa come uno stile di vita, da praticare per mantenere sempre il corpo in perfetta salute.
Dato che questo regime alimentare prevede di mantenere in equilibrio carboidrati, proteine e grassi (secondo il principio 40 - 30 - 30), in molti si chiedono se risulta possibile rimanere in zona adottando un approccio vegetariano.
In effetti, esistono alimenti proteici ed integratori che ben si adattano ai principi della zona e che possono essere utilizzati senza remore da chi non mangia carne. Tra le proteine vegetali utilizzabili nella zona possiamo citare ad esempio:
  • albumi d'uovo;
  • formaggi magri;
  • soia;
  • latte;
  • lenticchie.
È possibile sfruttare anche delle proteine sintetiche, solitamente disponibili sul mercato in polvere (da mischiare con acqua o con latte). Chiaramente, risultano molto utili per chi ha deciso di seguire lo stile di vita vegetariano.
C'è però da sottolineare che molti esperti di dieta a zona sconsigliano di abbandonare totalmente la carne. Questo perché le proteine dei vegetali non contengono tutti gli aminoacidi essenziali al buon funzionamento del proprio fisico (per questo sono definite come proteine semplici); in qualche modo, risultano incomplete e falliscono nel fornire al corpo tutto ciò che gli è essenziale. Oltre a ciò, chi segue una dieta completamente vegetariana spesso possiede carenze a livello di vitamina B12 e di ferro, mentre deve assumere Omega 3 per sopperire alla mancanza del pesce nella propria dieta. Per questo motivo, se si sceglie l'alternativa vegetariana gli integratori proteici divengono essenziali ma non necessariamente riescono a sostituire completamente la carne.
In conclusione, chi decide di seguire una dieta a zona vegetariana deve farlo nel modo giusto, essendo consapevole delle lacune proteiche che andranno colmate; assumendo vegetali ed integratori a rotazione, in modo da assicurare che il proprio fisico possa assorbire la quantità e qualità sufficiente di aminoacidi.